Cerca nel BLOG

sabato 11 dicembre 2010

Caso Moro-Spachtholz: l'inchiesta prosegue

In questi giorni è in edicola il numero 61/62 (nov-dic. 2010) di "Storia in Rete". Fra i numerosi servizi, la V° puntata della mia inchiesta sul caso che potremmo chiamare "Moro/Spachtholz". Le puntate precedenti sono state pubblicate nei numeri del 2006 e del 2007, che ripropongo:
PRIMA PUNTATA
SECONDA PUNTATA
TERZA PUNTATA
QUARTA PUNTATA



martedì 23 novembre 2010

Wikipedia il Censore

Suggerisco la lettura di questo articolo apparso su "Il Giornale" di quest'oggi.
Wikipedia sta applicando il principio di un tizio chiamato Voltaire:
"Disapprovo quello che dici ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo".

domenica 21 novembre 2010

Solidarietà a Emanuele Mastrangelo

Invito alla lettura dell'articolo di Alberto Lancia, recentemente apparso sul sito di "Storia in Rete". Non mi dilungo in quanto il pezzo è assolutamente esaustivo, così come il suo titolo: "Prove false e diffamazione per imporre la vulgata in Wikipedia". Desidero esprimere la massima solidarietà al redattore di "Storia in Rete" Emanuele Mastrangelo, indipendentemente dalle sue idee, dalle sue tesi, dalle sue posizioni. Wikipedia censura, occupa gli spazi liberi, espelle le coscienze non allineate. E' assurdo. Il libero pensiero si combatte (ammesso che vada combattuto) con il libero pensiero. Le censure, vecchie e nuove, denotano immaturità e fragilità intellettuale. Ieri come oggi.

venerdì 19 novembre 2010

Strage Piazza della Loggia: Buttiglione, intervento peregrino...

L'amico Geluardi, nel suo post del 18/11 onora con finezza di pensiero le vittime di Piazza della Loggia. Tutte le vittime più UNA, la VERITA' STORICA, perchè di quella processuale poco o nulla ormai ci importa. Invito ad una attenta, capillare lettura, così come alla lettura dell'intervento dell'on. Buttiglione, Presidente di turno durantre la discussione alla Camera sul Bilancio di previsione dello Stato per il 2011-2013. Geluardi proprone l'intero resoconto. DIALOGO ITALIANO riporta il solo intervento del Presidente:
.
"Presidente Buttiglione: voglio associarmi, anche a nome di tutta l'Aula, alle cose che sono state dette. [...] la fiducia di una generazione nei confronti dello Stato si è incrinata e noi, per ricostituirla, abbiamo dovuto pagare un prezzo elevatissimo, perchè è indubbio che senza questi attentati e queste provocazioni la storia del terrorismo in Italia sarebbe stata diversa o forse questa storia non ci sarebbe stata. [...]"
.
O il sottoscritto ha dei problemi di comprensione oppure l'on. Buttiglione ha fatto un tremendo pasticcio espositivo, a dir poco!
Affermare che "la fiducia di una generazione nei confronti dello Stato si è incrinata" non è esatto: si chiedeva giustizia e chiarezza negli anni '70-'80. In seguito la si chiedeva sempre meno arrabbiati ed indignati ma sempre più scoraggiati, delusi, disgustati. La fiducia di quella generazione (e dei suoi figli) non è (e non era) incrinata, bensì infranta, come chi subisce uno stupro: lo stupro dell'integrità. Perchè il cittadino sarebbe portato a pensare - vorrebbe pensare - che lo Stato è integro, così come lo sono i bombaroli: integri, tutti d'un pezzo, di una sola sostanza. Stato e terroristi, Stato e antistato. E invece non funziona così: "l'importanza di quegli anni - scrive Geluardi - sta nel fatto che costituiscono un'occasione straordinaria per capire come funzionano le cose nel mondo, quali sono i rapporti causa-effetto, quali gli schieramenti. [...] riconoscere il bene ed il male, e le commistioni tra essi."
Prosegue Buttiglione che "noi, per ricostituirla, abbiamo dovuto pagare un prezzo elevatissimo". Qui, perdonatemi, 'sbarello'! Cosa sta dicendo!? Di che prezzo sta parlando!? I morti (forze dell'ordine, magistrati, Moro, Conti, Rossa, Tobagi, ecc.) hanno pagato un "prezzo elevatissimo", ma sono i vivi, quelli che restano, che hanno il compito (istituzionale, giudiziario, sociale, sindacale, umano... umano!) di "ricostituire la fiducia nello Stato". E non l'hanno mai non dico "ricostituita", ma "costruita", giorno per giorno, anno per anno. Gli anni '80 hanno rappresentato l'incontro tra la partitocrazia (lo Stato di allora) e le formazioni terroristiche di sinistra per giungere a quella "soluzione politica" patrocinata da DC ed ex BR. Il terzo soggetto, LE VITTIME, è stato scandalosamente tenuto fuori dalla mischia. Scorrete i vecchi articoli de LA STAMPA degli anni '80 e primi '90: leggete la solitudine dei parenti delle vittime, la moglie del maresciallo Leonardi, tanto per fare un nome. On. Buttiglione: nessuno ha ricostituito nulla. NULLA.
La invito a leggere opere come "Oltre la notte di piombo" di Gigi Moncalvo (Ed. Paoline, 1984) e "I silenzi degli innocenti" di Fasanella/Grippo (BUR, 2006).
E veniamo al gran finale!
"... è indubbio che senza questi attentati e queste provocazioni la storia del terrorismo in Italia sarebbe stata diversa o forse questa storia non ci sarebbe stata."
Sicuramente l'on. Buttiglione si è espresso male, e non intendo essere ironico. Perchè affermare che "senza questi attentati e queste provocazioni la storia del terrorismo in Italia sarebbe stata diversa" lascia stupiti. Forse voleva dire "senza questi attentati e queste provocazioni la storia in Italia sarebbe stata diversa". Forse voleva dire questo. Sicuramente. Perchè l'affermazione "senza questi attentati e queste provocazioni la storia del terrorismo in Italia sarebbe stata diversa" ha un significato radicalmente differente.
Mi sovviene la storia delle BR pre e post Curcio-Franceschini. La storia delle BR di Moretti, succeduto a Curcio-Franceschini. Lo so, stiamo parlando di stragi, non di BR. Eppure nulla mi appare scollegato, sfilacciato. Fa comodo a molti che appaia così. E ancora: la storia delle stragi (frettolosamente etichettate come fasciste) e quando con le stragi l'asse dell'Italia sembrava non riposizionarsi come desiderato, forse con gli uomini giusti un po' ovunque i risultati sono stati ugualmente fruttuosi. Poi è arrivato Moro - lui sì che ha lanciato una "provocazione" - , l'uomo da eliminare, il ponte da abbattere, l'attentato più grande, l'operazione più complessa della "storia del terrorismo in Italia" (mi permetto di estrapolare parte di quanto affermato dall'on. Buttiglione).
Quanto una semplice frase male formulata può ingenerare confusioni interpretative e quanto -parlallelamente - può favorire il Libero Ragionamento di menti Libere. Grazie.

lunedì 15 novembre 2010

Archivio LA STAMPA online

Finalmente una grande banca dati online a disposizione degli amanti della cultura, della storia, della cronaca, dello sport, della politica. Il quotidiano torinese "La Stampa" ha riversato sul web circa 140 anni di storia, comodamente consultabili da casa. Buona visione e buona lettura!

sabato 13 novembre 2010

Aldo Moro prima di via Fani

Il 27 aprile 2008 pubblicavo il seguente post: "ma Aldo Moro, oltre al "caso Moro" che ha fatto?" Ed elencavo alcuni studi sulla figura dello statista democristiano.
Desidero, a due anni di distanza, sottolineare l'esistenza di un sito interamente dedicato all'opera politica di Aldo Moro. Mi riferisco all'"Accademia di studi storici Aldo Moro". Invito il lettore alla visione, e allo studio, della sezione "Documenti" della stessa Accademia. Capire via Fani passa anche e soprattutto dalla comprensione della vita di Aldo Moro. Buona lettura!

venerdì 12 novembre 2010

L'inganno delle illusioni

Questo è un Blog di storia italiana. Non è un Blog di teologia, men che meno un Blog religioso. Eppue "L'inganno delle illusioni" del giovane teologo torinese Paolo Scquizzato (cottolenghino) si può inserire appieno in un Blog come "Dialogo Italiano", dove la Storia è concepita come Vita, innanzitutto. In diversi post abbiamo trattato argomenti relativi ai giovani degli anni '70, all'aborto, alla sessualità, all'impegno dei cattolici in politica, al loro disorientamento, alle loro contraddizioni. Abbiamo analizzato l'allucinante intervista rilasciata dall'ex BR Raffaele Fiore nei post del 24, 27, 29 maggio 2008 (invito a rileggerli: col motore di ricerca del Blog è un attimo recuperarli) in occasione del trentennale di via Fani. I post parlano di perdono, di revisione critica della propria vita... Ebbene, dietro alla Storia, dentro la Storia ci sono i suoi protagonisti e le sue vittime. Non sempre è facile stabilire i ruoli. "L'inganno delle illusioni" parla del peccato, parla di queste vittime. Noi e gli altri. A molti non piace sentir parlare di "peccato", persino a molti cristiani. Ma il peccato esiste. E' un inciampo di percorso, e se ne fanno parecchi nella vita. Stiamo parlando dei "sentimenti dell'umano vivere", di una felicità che non dà nulla, alla fine... "Tutto il resto è noia" come canta Califano. Una canzone che parla dell'"inganno delle illusioni". Il resto della vita è tutt'altro che noia! "Il peccato è una ferita inferta a una relazione"... e la nostra storia personale è fatta di relazioni con gli altri. E ancora: il rapporto con noi stessi ci pone in relazione con e nelle profondità di noi stessi. "L'inganno delle illusioni" è un'opera che affronta questa "ferita" da un duplice punto di vista - per questa ragione "Dialogo Italiano" desidera sottolinearlo ai suoi lettori, in quanto le implicazioni sociali sono indubbie - ossia teologico, secondo una lecita chiave di lettura cristiana, e psicologico, secondo una chiave di lettura di scuola adleriana. Ogni "peccato" (e i suoi risvolti nella vita della società attuale) è inizialmente presentato dal teologo (con forti richiami alla letturatura, al teatro, alla poesia) e successivamente da alcune psicologhe torinesi di formazione adleriana. Il risultato è decisamente originale, lontano anni luce da visioni precostituite. Consiglio la lettura di quest'opera ricca di Amore, di Cuore, di Perdono, di Realismo, di Storia, di Razionalità, di Scienza... e di Dio.

giovedì 11 novembre 2010

Miracolo italiano 2/2

Concludo questo mini viaggio nel boom economico con la parte finale del già citato articolo de "Lo Specchio". Ricordiamoci che siamo in piena Era Mattei... e si sente.

Miracolo italiano 1/2

Proseguo quanto pubblicato nel post precedente, 'saccheggiando' nuovamente il servizio apparso su "Lo Specchio" del 12 giugno 1960 relativo al boom economico. Propongo ai lettori la parte iniziale del lungo articolo.

venerdì 29 ottobre 2010

Dati da "boom"


Questo vecchio prospetto, ricavato dal periodico "Lo Specchio" del 12 giugno 1960 (titolo articolo: "1959: anatomia di un anno d'oro")
ritrae un'Italia in profondo cambiamento. E' il 1959/60, l'Italia ha ormai lasciato alle spalle gli anni della ricostruzione. "Questa tabella - recita la didascalia - divisa in tre parti, raffigura i consumi più significativi degli italiani in tre anni diversi. Essa indica cioè: come e quanto spendevamo nel 1952, come e quanto spendevamo nel 1954, e infine come e quanto abbiamo speso nell'"anno d'oro" 1959. L'aumentato benessere risulta in modo particolare da taluni confronti. Nel 1952, per esempio, la spesa globale per l'acquisto di mezzi di trasporto fu di 431 miliardi; nel 1954 di 664 miliardi; e nel 1959 di quasi 800 miliardi. Questo significa che l'italiano medio è passato dalla bicicletta al motoscooter alla macchina. Nel 1959 abbiamo speso, per consumo di energia elettrica e di combustibili, 100 miliardi più del 1954, e 131 miliardi più del 1952. Questo significa che nelle famiglie italiane sono entrati gli scaldabagni, i frigo, i lavabiancheria, i televisori. Nel corso dell'"anno d'oro" abbiamo consumato più carne, più olio, abbiamo viaggiato di più, e ci siamo divertiti di più. Abbiamo vissuto, quindi, molto meglio, mentre contemporaneamente è fortemente aumentato il nostro reddito medio". Consiglio una visione complessiva del cosiddetto "boom economico" (chiamato anche "miracolo economico") attraverso la visita di un sito ad esso dedicato: "il boom economico: costumi e consumi". Altro riferimento che consente una panoramica del periodo storico in oggetto è l'articolo di Valentino Necco su "Cronologia". Infine, invito tutti alla visione del film "Il sorpasso" di Dino Risi, del 1962, quando l'Italia stava gradatamente allontanandosi dal "miracolo".... e dietro l'ultima curva presa in velocità e leggerezza si nascondeva la morte...

giovedì 28 ottobre 2010

Fenzi e i suoi silenzi...



La mania di conservare tutto fa sì che la casa ed il PC si riempiano di articoli, quotidiani, libri, riviste, ritagli, nonché scansioni di articoli di varia natura. Questa vecchia intervista tratta da "Il Sabato" del 12 gennaio 1991 merita, ancor oggi, d'esser letta. Ahimè è ancora fresca... e questa freschezza dovrebbe farci riflettere. Enrico Fenzi, ex BR, utilizza toni dimessi, in qualche modo cerca di dare "un colpo al cerchio e uno alla botte" quando parla di Moretti, ma le sue parole - a mio avviso sostanzialmente sincere - fanno riflettere, allora (19 anni fa) come oggi. Si tratta di un'intervista che non rivela nulla di nuovo, di sconvolgente, ma tra le righe si percepisce un disagio... tra le righe emergono ulteriori quesiti... i soliti, ahimè. Perchè Moro è stato ucciso? Perchè è finita com'è finita? Perchè - politicamente, intendo - uccidere la scorta? Perchè non diffondere gli scheletri nell'armadio della DC e dello Stato italiano? E' una intervista da leggere attentamente...

mercoledì 27 ottobre 2010

CASO MORO - SPACHTHOLZ 3 anni dopo...

Dopo mesi di latitanza pubblico un post "pubblicitario" che si riallaccia ad anni di ricerche su uno degli aspetti meno indagati del caso Moro. Mi rifaccio ai posts del 30 novembre 2009 e del 2 dicembre 2009, pubblicati dal Blog amico "Osservatorio" . Nel primo, l'amico blogger Domenico Geluardi riproponeva per intero l'inchiesta realizzata dal sottoscritto per il mensile "Storia in Rete" tra il 2006 e il 2007; nel secondo concedeva al sottoscritto uno spazio per "gridare" tutto il disinteresse mediatico nei confronti di un argomento buono unicamente per le commemorazioni, sobrie e senza scossoni, come piacciono alla politica e ad una buona fetta del mondo intellettuale ed ex terrorista. "Storia in Rete" non se ne cura e prosegue per la sua strada, alla ricerca non tanto della verità (magari...) bensì di quei brandelli di verità (spesso sussurrata...) che ci auguriamo in un prossimo futuro (pie illusioni? forse...) possano raggrupparsi in un quadro sempre più organico. Invito tutti coloro che amano NON DIMENTICARE a leggere il numero di "Storia in Rete" di novembre. Altresì invito a rileggere per intero l'inchiesta pubblicata tra il 2006 e il 2007 (i link agli articoli li troverete su questo BLOG [aprile 2008] e nel post del Blog "Osservatorio" del 30/11/09) così da comprendere appieno quanto emergerà dalla lettura del numero 61 (nov.) di "Storia in Rete". Buona lettura e... attendo qualche reazione.

venerdì 9 aprile 2010

Ma i cristiani dove sono finiti?

Le elezioni Regionali si sono concluse, i dibattiti televisivi sono ricominciati e... no, non è di questo che vorrei parlare. Vorrei invece parlare dei cattolici della mia città, Torino, così come mi rivolgo anche a quei non-cristiani che tuttavia si riconoscono in determinati valori fondamentali che sono propri del mondo cattolico. Mi riferisco all'inizio e fine vita e tutto ciò ad esso correlato, alla concezione della famiglia, alla bioetica, alla politica in senso sociale.

Ritengo legittima l'esistenza di forze politiche fondate su un'etica radicalmente differente da quella cattolica: pensiamo alla concezione della sacralità della vita - propria di una visione cosiddetta cattolica - e alla concezione di qualità della vita, a Torino ben rappresentata dal prof. Mori e dal dott. Viale. Concezione, quest'ultima, che personalmente trovo aberrante, ma del tutto lecita in una società come la nostra che -a parte la non esistenza, condivisibile, di uno stato etico - è tutto tranne che etica. Stato laico in società etica... etica cattolica, secondo il mio punto di vista. In questo modo si depontezierebbero sensibilmente molte leggi di questa nostra società del tutto anti-etica. Per raggiungere questo risultato - oggi ai limiti dell'utopia - si dovrebbe iniziare, così da raccogliere i primi frutti almeno fra 2, 3 generazioni. Già, ma chi inizia? Chi, se i cattolici sono ormai scomparsi politicamente e la Chiesa, onestamente, è una mediocre comunicatrice?
Quindi, il mio problema - per me lo è, ed è un problema non da poco - non è la contrapposizione tra "noi" e "loro". No. Il mio problema siamo "noi". A forza di contrapporci, a forza di attaccare l'altro si perde di vista la propria prospettiva, se stessi. Lo sa bene la sinistra, ma questa è un'altra storia che non mi interessa. Parliamo di "noi", di chi si identifica in quei valori fondamentali sopra abbozzati. Il resto è patteggiabile, passibile di compromesso, di mediazione, ma questi valori non lo sono. Altri la pensano diversamente? Bene! Ma sto parlando di "noi", e in questo "noi" vedrei bene - esistessero - quelle persone che hanno una visione antropomorfica di queste tematiche prossima a quella dei cattolici. Dico questo perchè pare che sostenere determinate posizioni sia sinonimo di "cattolico". E basta. Solo cattolico. Peggio ancora: sia sinonimo di "Chiesa".
In queste ultime elezioni la Consigliera Comunale torinese Federica Scanderebech ha deciso di lasciare l'UDC per la sua scelta - a mio avviso sciagurata ed eticamente suicida - di allearsi con una compagine politica al cui interno vi sono forze politiche ampiamente favorevoli a scelte in campo etico che non possono conciliarsi con una sensibilità cattolica. Invito a leggere la motivazione di un distacco, apparsa su "cittAgorà", periodico del Consiglio comunale di Torino (n° 112, 05/04/2010). Pur nella sua sinteticità, che costringe ad una brutale semplificazione dei contenuti, la motivazione della giovane politica torinese denota una coerenza condivisibile.
Personalmente trovo che per i cattolici votare sia estremamente complesso.

Personalmente trovo che essere cattolici e votare PD sia estremamente problematico, se non contradditorio.

Personalmente trovo che essere cattolici e votare PDL sia tutto sommato meno invasivo rispetto al voto dato al PD, ma non trovo in Berlusconi una grande sensibilità umana e politica nei confronti di queste tematiche.

Personalmente trovo che essere cattolici e votare UDC sia, pur con mille riserve, un atto certamente più coerente che sostenere i radicali che, lo ripeto, hanno tutti i diritti di questo mondo di esistere, ma non con i miei voti!

L'alleanza dell'UDC con la Bresso e con forze quali "Bonino-Pannella" mi ha spiazzato. Non solo: mi ha letteralmente sconvolto! Esagerazione? Non credo. Non per me, almeno, non per la Scanderebech, che vive la politica dal di dentro, ed è stata eletta nelle liste dell'UDC ed ha scelto di lasciare il suo partito di riferimento. Un simile "trauma" mi ha impedito di andare a votare. Ed è la prima volta! Non sono andato a votare per rabbia, delusione, coerenza, forse espressa sull'onda dell'istintività, ma in modo del tutto onesto, intellettualmente onesto. A tutt'oggi non sono pentito.
Mi chiedo cosa sia accaduto, politicamente intendo.

Mi chiedo come certe scelte siano possibili.

Me lo chiedo e mi rispondo da solo......

Mi chiedo se sia corretto, eticamente corretto, che l'elettorato di sensibilità cattolica sia sparso qua e là. Non diamo la "colpa" ai politici, ai nuovi assetti politici, alla storia, alla caduta del muro di Berlino, al crollo della DC, a Tangentopoli, alla Seconda Repubblica, alla Chiesa, al suo vecchiume e alle sue contraddizioni. Analizziamo piuttosto noi stessi e chiediamoci come sia possibile.

Personalmente ritengo che i cattolici dovrebbero unirsi in un partito che potrebbe essere anche l'UDC, ma un UDC che non sbandi a destra e a sinistra, un UDC che stia al Centro, un Centro diciamo... cattolico, fondato su una comunanza di vedute in campo etico e sociale. Tutto il resto si può discutere, ma l'allenza con forze antitetiche l'etica cattolica è pazzesco, è immorale secondo il proprio punto di riferimento, ovverosia il punto di riferimento cattolico.
Un Centro che sia indipendente rispetto alla Chiesa.
Un Centro che non sia assolutamente clericale.
Un Centro vicino alla sensibilità della Chiesa, ma formalmente e sostanzialmente slegato dalla Chiesa stessa, perchè essere vicini ad una determinata sensibilità non significa aderire in tutto e per tutto a quella stessa sensibilità.
E' un argomento a mio avviso epocale che pare non interessare nessuno, cattolici per primi che sono sparsi ovunque e su determinate tematiche, fondamentali per un cattolico, poco si eprimono e poco si informano.
C'è qualche cattolico che sente come sente il sottoscritto?
Sarebbe interessante approfondire questo argomento. Più che interessante direi vitale per l'esistenza stessa dei cattolici in Italia. Perchè, ricordiamocelo, non siamo del mondo, ma siamo nel mondo.
Si parla di identità delle sinistra, della destra... e "noi"?
Che identità abbiamo? Che identità sociale, politica, intellettuale abbiamo?
Personalmente sono convinto che il cattolico debba riprendersi i propri spazi, aumentare il proprio grado di penetrazione nella società civile (in totale indipendenza dalla Chiesa), rivolgersi anche ai non credenti o ai non cattolici che condividono i valori che sappiamo, confrontarsi col mondo protestante che per certi versi è distante dall'etica cattolica, coinvolgere i giovani così come è coinvolta Federica Scanderebech. La colpa non è solo della politica. La colpa è "nostra" e solo "noi" possiamo lanciare dei segnali forti a chi potrebbe rafforzare ulteriormente e sensibilmente il proprio peso, se dimostrasse di avere gli attributi giusti al posto giusto, dove devono stare. Al Centro, appunto.

mercoledì 24 marzo 2010

Una piacevole divagazione in questo triste teatrino elettorale che non fa né ridere né piangere. Qualcuno ricorda "Il Monello"? Personalmente non lo compravo. Preferivo i supereroi americani come i F4 (storie eccezionali, dialoghi frizzanti, talvolta retorici, altre volte intensi, perfettamente calati nella loro epoca complessa; un cattivo da manuale come il Dottor Destino, un ingenuo poeta delle stelle come Silver Surfer, un mangiapianeti impareggiabile come Galactus), i Vendicatori, il vecchio - già vecchio per la mia generazione - Uomo Mascherato, per non parlare di Superman e Batman, che negli anni '70 acquisì un carattere più cupo, allontanandosi dal fumetto e dalla trasposizione televisiva anni '60. Ebbene, "Il Monello" non lo compravo, ma lo leggevo ogni volta che andavo da Ubaldo, il parrucchiere che aveva il negozietto sotto casa mia. Ecco, su quelle poltrone in similpelle (tutto negli anni '70 era in similpelle, e sudavi come un maledetto!) leggevo "Il Monello". Mi piaceva, sia per i fumetti che per le interviste, i brevi articoli presenti tra un'avventura e l'altra. Lo ricordo con piacere anche per le pubblicità e i corsi per corrispondenza: prodotti per dimagrire, creme per rassodare il seno, creme per i muscoli, occhiali a raggi x o qualcosa del genere (vado a memoria), corsi per disc-jockey, professioni sicure (così recitava la reclame) con "Scuola Radio Elettra" e via dicendo. Per saperne di più consiglio di visitare l'ottimo sito "Pagine 70" che, naturalmente, parla anche de "Il Monello".

giovedì 11 marzo 2010

L'intervallo delle pecore...

Se iniziate ad avere qualche capello bianco sono certo che ricorderete l'inizio trasmissioni della RAI (che per me significava qualcosa di magico) e la loro conclusione (raramente la vedevo, venivo spedito a letto prima). Ma quello che ricordo con particolare affetto (e che in questo vergognoso tempo pre-elettorale mi sembra opportuno ricordare a tutti) è L'INTERVALLO della Rai tivì, come la chiamavamo allora. Ricordate l'intervallo con le pecore? Non so come mai (...?) ma in questi giorni faccio fatica a guardare la TV, specie il martedì e il giovedì... e allora navigo su internet e guardo, con un tocco di altrettanto vergognosa nostalgia, ciò che mi appartiene, il mio passato, patrimonio non solo mio, ma di tutti, perchè tutti abbiamo dei ricordi comuni che ci accomunano.

mercoledì 10 marzo 2010

Non sono un voto, sono un uomo libero!!!

Riflettendo su questa vergogna dell'oscuramento dei dibattiti televisivi (premetto: non amo particolarmente Santoro, ma non mi sognerei mai di zittirlo, per tre ragioni: 1) non mi sento così debole da zittire un avversario, ammesso che lo sia, avversario intendo; 2) anche gli avversari hanno ragione, spesso o talvolta; 3) non mi sognerei mai di zittire un avversario per evitare di trasformarlo in un martire) sono stato illuminato, anche grazie ai contatti con l'amico Domenico di Osservatorio, da una vecchia serie di telefilms che adoro. Protagonista il grande attore televisivo Patrick McGoohan (ottime le sue interpretazioni anche in alcuni episodi di "Colombo"), il quale interpretò e creò una serie fantapolitica dal titolo IL PRIGIONIERO. L'uomo è un numero, non ha nome, si è dimesso dai servizi segreti e per l'establishment è impossibile dimettersi. Perchè lo avrà fatto? Maledizione! Perchè avrà deciso, liberamente, di non stare più al top? Di dimettersi? Privato dei suoi diritti, nome incluso (infatti si chiamerà, per tutte le puntate, Numero 6), viene imprigionato in un piccolo, grazioso, elegante villaggio, con tutte le comodità, popolato da prigionieri come lui, gente sorridente, vestita con abiti sgargianti, con un giornale ed una radio interne che trasmettono solo buone notizie... ma questo posto... ma... ma non ci sembra di averla già vista (o vissuta) questa trama?
La sequenza di apertura (sto parlando del telefilm) ci consente di gustare il dialogo tra un Capo (il Numero 2, uno dei tanti capi in seconda...) e l'uomo privato del suo nome, il Numero 6.
.
Numero 6: Dove sono?
Numero 2: Nel villaggio.
Numero 6: Cosa volete?
Numero 2: Informazioni.
Numero 6: Da che parte state?
Numero 2: Non posso dirlo. Vogliamo informazioni, Informazioni. Informazioni.
Numero 6: Non ne avrete!
Numero 2: Le avremo, con le buone o con le cattive.
Numero 6: Chi è lei?
Numero 2: Il nuovo Numero 2.
Numero 6: Chi è il Numero 1?
Numero 2: Lei è il Numero 6.
Numero 6: Io non sono un numero! Sono un uomo libero!
Numero 2: (Risate di scherno)
.
Che cosa vogliono da noi?
Siamo, saremo mai uomini liberi?
Per favore! Non tocchiamo il tasto "libertà" perchè è la parola, con giustizia, tra le più gettonate nella storia dell'umanità, ma non si sa ancora bene cosa significhino. Preferisco, per volare basso, dire "informato". Ecco: vorrei essere un uomo libero di essere informato. Poi, l'uomo libero è una semi-barzelletta, e in questo Pasolini potrebbe insegnarci qualcosa...
Grazie per aver deciso che non saremmo stati in grado di informarci e di discernere...

mercoledì 3 marzo 2010

La debolezza di un Sistema decerebrato...

Soltanto due righe, meste ed attonite.
Soltanto due righe per esprimere le più sentire condoglianze ad un Paese che forse merita tutto questo o forse no o forse nì.
Un Paese che non ha neppure la forza, o il nerbo, per indignarsi, intasare le caselle di posta elettronica della RAI, del suo CdA, del Sistema che ci fa persino rimpiangere il passato della cosidetta Prima Repubblica (ci dicono che questa è la Seconda... lo spartiacque fra la corruzione, il partitismo e... e dopo che cosa ci siamo meritati?) dove si accusava la RAI di essere politicizzata, anzi, "lottizzata" si diceva allora. A tal proposito consiglio la lettura di un lavoro ormai dimenticato (come tante cose da noi) dal titolo MEMORIE DI UN LOTTIZZATORE di Massimo Pini, Feltrinelli, 1978. Andate sulle bancarelle, in biblioteca, andate dove vi pare ma leggetelo!
Condoglianze Italia.
Condoglianze perchè ci credono tutti deficienti, manovrabili per un Porta a Porta (a proposito: ho l'impressione che PaP lo hanno sospeso unicamente perchè dovevano tagliare la voce a Ballarò ed Annozero: PaP potrebbe essere, in sostanza, una "vittima"... questa barzelletta è così bella da poter essere persino vera), Ballarò ed Annozero che consentono agli italiani di sentire e dissentire circa gli argomenti che riguardano la vita politica, sociale ed economica della nostra Repubblica.
Condoglianze perchè quando si deve lottare, far domande importanti, evidenziare criticità, coerenze ed incoerenze.... si decide di far silenzio.
Condoglianze perchè quando la vecchia RAI era (realmente) lottizzata, la TRIBUNA POLITICA esisteva e malgrado censure, strapotere DC, condizionamenti più o meno effettivi del Vaticano e quant'altro.... si parlava, si domandava....
Che tristezza....
E' dunque morta la libertà?
Macchè!!! Non saremmo neppure in grado di "regalarci" un pensiero unico...
Ci trattano come ci facciamo trattare perchè questo silenzio è rivolto a noi, noi che guardiano la TV e la TV è più potente dei quotidiani.
Facciamoci forza e per quanto possiamo puniamoli col voto, ognuno nelle forme (civili) che sa.

Tristi Paralleli....

Da un po' di mesi sto "battendo la fiacca" col mio Blog. Me ne rendo conto, malgrado il desiderio di alimentarlo con mille pensieri, mille ricordi, mille richiami al passato che spesso passato non è. Ancora una volta "rubo" un post del bravo, attento e moderato (non certo nel senso politico, non mi interessa, ma nel suo più profondo significato) Domenico Geluardi di OSSERVATORIO. Mi riferisco all'intervista a Prospero Gallinari. La "fregatura" (consentitemi questo vocabolo da bar) per gente "pura" come quei terroristi che hanno portato avanti la loro "battaglia" senza compromessi o zone d'ombra ("battaglia" che non condivido minimamente, ma che ho voluto e voglio comprendere), sta proprio nel profondo imbarazzo che spesso sfocia nel silenzio, macigno per chi non sa...
La storia delle BR è una storia tutta italiana, una storia di inquinamenti, infiltrazioni (e non soltanto d'acqua), trasversalità del genere più complesso ed internazionale.
Una nota conclusiva: due voci del tempo, due mondi distanti anni luce.
Prospero Gallinari: OSSERVATORIO vi condurrà all'intervista di GRParlamento.
Raffaele Fiore: altro ex BR la cui voce (in questo caso parole scritte) si può "ascoltare" sul mio BLOG, parte 1, parte 2 e parte 3. Il vuoto assoluto. Invito a leggere questi 3 vecchi post perchè a differenza di Gallinari qui siamo in presenza del nulla malgrado una vita trascorsa. Siamo in presenza di una risalita mancata, e fa male...